Io Giorgio Strehler un giorno l'ho incontrato.

Cioè, non letteralmente: nel senso che andavamo nella stessa direzione, lui pochi passi più avanti.

Oh, la vita, a volte, ti tira fuori ricordi strani, in situazioni strane.

Per esempio.

Si era quindicenni o piùomeno e c'era sto ragazzo che di anni ne aveva uno o qualcuno di più. Si era adolescenti, insomma.

 

Salve tenebra, vecchia amica mia
Eccomi a parlare ancora con te
Perché una visione silenziosamente
Si è intrufolata mentre dormivo
Ed ha lasciato una traccia
E questa visione mi si è impiantata in testa
E lì rimane ancora con il frastuono del silenzio

San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquillaArde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavillaRitornava una rondine al tetto: l'uccisero, cadde tra spiniElla aveva nel becco un insetto, la cena dei suoi rondinini

Ulisse sa il mortale potere delle sirene. E sa della meraviglia del canto vibrato, che conduce alla follia.
Rende sordi i marinai con della cera per poter godere, lui solo, i dolci e liquidi andamenti armonici; senza poterli narrare o spiegare, che indicibile è la bellezza stupefacente di quei suoni.

Ahora me dejen tranquilo.
Ahora se acostumbren sin mí.

Yo voy a cerrar los ojos

Y sólo quiero cinco cosas,
cinco raices preferidas.

Mio padre usava dire:
«Il tipo superiore non farà visite lunghe,
né si avrà bisogno di indicargli la tomba di Longfellow
o i fiori in vetro a Harvard.

Ascolta il silenzio di una sedia,
diceva, e il battito dell’ora
che sospinge il niente verso il niente.
Negli occhi del cane segui le ombre
del dubbio e i lampi del ricordo.
Decifra le frasi che il vento
scrive sulla sabbia
e le lettere d’aria che gli uccelli
tracciano in volo.
Nel suono della risacca
senti le voci che abitano la luna.

Un po’ più oltre, diceva, è il giardino
segreto dell’invisibile.

Antonio Prete

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Salimbene da Parma, il cui nome è stato reso popolare da una lezione del Prof. Barbero, narra, nella sua "Cronaca", di un bizzarro e crudele esperimento voluto da Federico II, Stupor Mundi.

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