Che strani intrecci sviluppa a volte il dormiveglia, che macramè di colori e fili aggrovigliati. Gli ottomani sui moli facevano correre le dita, stabilendo relazioni di corde e di nodi, legami di cuore e di idee, senza pensarci, chiacchierando e fumando in pipe di legno di fico, marinai fra marinai. Il merletto prendeva forma da solo, inseguendo un filo più lungo o un nodo ormai inestricabile (vietate le soluzioni gordiane: non la spada umana ma solo la delicata lama dell'ultima Parca può interrompere il fluire del ricamo) e diventava narrazione, racconto, romanzo, mito. O errore, intorno a cui costruire una nuova regola, un nuovo metro, una variazione nella jam session delle umane passioni.
Una notizia captata quasi per caso mi riporta alla mente una vecchia canzone di De Andrè.
A un certo punto, nella canzone emerge un nome
A tarda sera io e il mio illustre cugino De AndradeEravamo gli ultimi cittadini liberiDi questa famosa città civilePerché avevamo un cannone nel cortileUn cannone nel cortile


La mia anima ha fretta. Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto.
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e l’ onestà.
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi di persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.
La domenica delle salme
Nessuno si fece male
Tutti a seguire il feretro
Del defunto ideale
La domenica delle salme
Si sentiva cantare
Quant'è bella giovinezza
Non vogliamo più invecchiare

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