Io posso amare nello stesso tempo la bionda e la bruna,
colei che l’abbondanza rende tenera, come colei che gli stenti tradiscono,
colei che preferisce starsi sola, come colei che ama commedie e mascherate,
colei che sempre visse in mezzo ai campi, come colei che vive qui in città,
la fiduciosa come la più scaltra,
colei che con occhi di spugna versa lacrime,
come colei che come un sughero secco non piange.
Io posso amare quella e l’altra, e voi e voi,
io posso amarle tutte, purché non siano fedeli.


Che strani intrecci sviluppa a volte il dormiveglia, che macramè di colori e fili aggrovigliati. Gli ottomani sui moli facevano correre le dita, stabilendo relazioni di corde e di nodi, legami di cuore e di idee, senza pensarci, chiacchierando e fumando in pipe di legno di fico, marinai fra marinai. Il merletto prendeva forma da solo, inseguendo un filo più lungo o un nodo ormai inestricabile (vietate le soluzioni gordiane: non la spada umana ma solo la delicata lama dell'ultima Parca può interrompere il fluire del ricamo) e diventava narrazione, racconto, romanzo, mito. O errore, intorno a cui costruire una nuova regola, un nuovo metro, una variazione nella jam session delle umane passioni.

 

 

So vedere una mosca nel latte,
So riconoscere l'uomo dall'abito
So distinguere l'estate dall'inverno
So giudicare dal melo la mela
So conoscere dalla gomma l'albero,
So quando tutto è poi la stessa cosa,
So chi lavora e chi non fa un bel niente,
So tutto, ma non so chi sono io.

 

La morte è un lento defluire, di fiumara carsica in luglio.

Non è il tranciato violento di una diga, l'interruzione improvvisa e la secca conseguente.

È un lento ritrarsi, negarsi agli occhi, un mutismo assorto, distratto

l'ondeggiare di una tenda bianca nella calura pomeridiana.

 

C'ero, ero qui e ora ci sono di meno

c'erano flutti dirompenti e ora c'è acqua stagnante e un oppresso gracidìo.

Ero qui e ora c'è l'argilla del fondale, crepata dal sole e dall'arsura.

 

Lasciamo quello, forse: l'arsura in gola e una insaziabile sete di respiri.

Noi montanari scesi in città, provinciali col rock, contadini inurbati (cit.), villici in trasferta, studenti fuori sede, aspiranti frequentatori del cinema Orchidea, braccianti lucani, casalinghe di Voghera, pastori sardi padri padroni, "play it again, Sam" oh yeah!
In città ci eravamo venuti, scappando dal villaggio, perché ci avevano raccontato che in città ognuno si faceva gli affari propri.

 

Il signor Baxter era un avido lettore di romanzi polizieschi, così quando decise di uccidere lo zio sapeva di non potersi concedere alcun errore.

Be', almeno una piccola falsa traccia, molto semplice avrebbe dovuto concedersela. Avrebbe dovuto portar via tutto il denaro contante dalla casa dello zio. Se non avesse preso questa precauzione, sarebbe stato un sospettato ideale, in quanto era il solo erede.