Donne, John
Macramè
Che strani intrecci sviluppa a volte il dormiveglia, che macramè di colori e fili aggrovigliati. Gli ottomani sui moli facevano correre le dita, stabilendo relazioni di corde e di nodi, legami di cuore e di idee, senza pensarci, chiacchierando e fumando in pipe di legno di fico, marinai fra marinai. Il merletto prendeva forma da solo, inseguendo un filo più lungo o un nodo ormai inestricabile (vietate le soluzioni gordiane: non la spada umana ma solo la delicata lama dell'ultima Parca può interrompere il fluire del ricamo) e diventava narrazione, racconto, romanzo, mito. O errore, intorno a cui costruire una nuova regola, un nuovo metro, una variazione nella jam session delle umane passioni.
La ballata delle cose da niente
Siccità
La morte è un lento defluire, di fiumara carsica in luglio.
Non è il tranciato violento di una diga, l'interruzione improvvisa e la secca conseguente.
È un lento ritrarsi, negarsi agli occhi, un mutismo assorto, distratto
l'ondeggiare di una tenda bianca nella calura pomeridiana.
C'ero, ero qui e ora ci sono di meno
c'erano flutti dirompenti e ora c'è acqua stagnante e un oppresso gracidìo.
Ero qui e ora c'è l'argilla del fondale, crepata dal sole e dall'arsura.
Lasciamo quello, forse: l'arsura in gola e una insaziabile sete di respiri.
Il villaggio globale
«L'errore fatale» di Fredric Brown
Il signor Baxter era un avido lettore di romanzi polizieschi, così quando decise di uccidere lo zio sapeva di non potersi concedere alcun errore.
Be', almeno una piccola falsa traccia, molto semplice avrebbe dovuto concedersela. Avrebbe dovuto portar via tutto il denaro contante dalla casa dello zio. Se non avesse preso questa precauzione, sarebbe stato un sospettato ideale, in quanto era il solo erede.






