Dio abbia pietà dell'ingenuità di chi pensa che Jakob e Wilhelm Grimm abbiano composto i loro racconti per intrattenere i bambini e formarne uno spirito sano e gentile.

In realtà, si tratta di fiabe orrorifiche, buone per vecchi cinici che non si fanno scrupolo di leggerle ai nipotini.

 

Il palazzo dell'imperatore della Cina era il più splendido del mondo: tutto di porcellana finissima, e così fragile che bisognava fare molta attenzione a quello che si faceva, anche trovandosi a dieci passi di distanza. Il giardino era pieno di fiori stupendi, e, ai più rari, il giardiniere aveva attaccato dei campanellini d'argento, così tutti avevano l'opportunità di ammirarli. Nel giardino dell'imperatore tutto era disposto in maniera davvero perfetta; ed era un giardino vastissimo, tanto che neppure il giardiniere sapeva dove terminasse. Cammina, cammina, cammina, si arrivava in margine a una splendida foresta di piante altissime, punteggiata di limpidi laghetti; e la foresta continuava, immensa, fino al mare, azzurro e profondo, e i vascelli, costeggiando, potevano passare sotto i rami degli alberi, sporgenti sull'acqua. In mezzo a quelle piante, viveva un usignuolo dalla voce così melodiosa che anche il povero pescatore, pur preoccupato da mille pensieri, non poteva rinunciare, quando, la notte, andava a gettare le reti, a fermarsi ad ascoltarlo.

 

Alla fine, cos'è un viso?
Sono abituato, per lavoro ma anche per dinamiche personali, a parlare con una enorme quantità di persone, quasi sempre senza vederne nessuna in faccia.
A volte lo scambio avviene in forma di rapida e informale chat, altre volte via mail, spesso al telefono.
In nessuna di queste situazioni ho davanti il viso dell'interlocutore.

 

Kafka ha la capacità e la sfacciataggine di affascinare il lettore, sollecitarlo con i suoi rimandi simbolici, stupirlo con la pirotecnica della sua inventiva e poi, crudelmente, abbandonarlo a sé stesso e a uno sconsolato: "E quindi?".

 

Nel 1965 Borges conosce Astor Piazzolla: dalla loro collaborazione nasce il disco "El Tango", un'opera poco nota ma fondamentale.
Album in studio di Piazzolla con testi tratti da poesie di Jorge Luis Borges.Le cronache riportano numerosi scontri fra Piazzolla e Borges, che si dimostrò particolarmente stronzo. Tra le altre cose, lo chiamava, con disprezzo, "Astor Pianola".
Astor, da parte sua, disse a Borges: "non capisci un cazzo di musica"."El Tango" rimane un'opera impressionante.

 

Di gente che abbia visitato il paradiso è pieno il mondo (almeno quello della fantasia). Me ne vengono in mente alcuni: Mark Twain che, nel suo suo ultimo romanzo "Captain Stormfield's Visit to Heaven", racconta la visita del Capitano al paradiso. Poi Machiavelli, che in punto di morte ha una visione dell'inferno e del paradiso, e ancora Emanuel Swedenborg (1688-1772) che potè visitare le regioni ultraterrene (paradiso compreso) e discorrere con i loro abitanti e poi, naturalmente, Dante, che non solo lo visita ma ne riporta anche una dettagliata guida turistica.

È solo una breve selezione in cui mancano, per esempio e colpevolmente, Santa Brigida di Svezia, San Giovanni Bosco e Santa Caterina da Genova, oltre al mistico Padre Pio e a figure come Maria Simma, i veggenti di Fatima, suor Faustina Kolwaska,il neurochirurgo Eben Alexander, Gloria Polo e la pletora di protagonisti di varie barzellette incentrate sul Pierino di turno che "muore e va in paradiso".

Insomma, se interessa l'argomento si ha solo che da cercare.

Quello che però presento oggi è "Il paradiso degli sciocchi", racconto del premio Nobel Isaac Bashevis Singer contenuto nella raccolta "Zlateh la capra". Lettura agilissima e divertente, per curare certe tetraggini che il nostro tempo non vuole risparmiarci, Che se storie dobbiamo acsoltare, che almeno siano di buona confezione.